Il processo acquaponico consente di ottenere:

- Enormi incrementi quantitativi e qualitativi della produzione;
- Sensibili riduzioni nell’impiego di manodopera;
- Una importante riduzione della fatica necessaria alla coltivazione;
- Riduzione dei consumi energetici rispetto alle colture in serra;
- Aumento delle piante coltivate per mq. di superficie coperta;
- Risparmio idrico intorno al 90%.
(Un esempio per tutti per produrre 1 Kg. di pomodoro su terra occorrono 200 litri di acqua. Con il metodo acquaponico solo 6/10 litri, cioè la sola acqua necessaria per lo sviluppo del vegetale e per il rabbocco da evaporazione, funzionando l’impianto attraverso un ciclo chiuso dell’acqua); - Riduzione dei trattamenti antiparassitari realizzando un prodotto “biologicamente perfetto”;
- Nessun impiego di fertilizzanti chimici o simili;
- Eliminazione totale di fumiganti.
(Bromuro di metile, cloropicrina; isocianato di metile; (Formaldeide, acido cianidrico, etc..) massicciamente utilizzati nell’agricoltura tradizionale e di serra per soffocare o avvelenare tutti i parassiti e i germi presenti nel terreno, allo scopo di aumentare la redditività delle coltivazioni tradizionali. In particolare il bromuro di metile è causa principale dell’inquinamento atmosferico e tra maggiori responsabili del buco nell’ozono, l’utilizzo di questo fumigante è stato fortemente limitato dal protocollo di Montreal ma ancora oggi è utilizzato per via del suo basso costo; - Velocità di trapianto e cambio (sostituzione) di coltura;
- Indipendenza da acque non idonee alla coltivazione (l’impianto è dotato di un sistema di trattamento delle acque, per potabilizzare l’acqua del rabbocco);
- Abbattimento delle malattie fungine e batteriche delle radici e dell’ambiente;
- Possibilità di autoalimentarsi energeticamente grazie all’utilizzo del fotovoltaico integrato o altre fonti rinnovabili;
- Riduzione dei nitrati nel materiale da foglia (lattuga, radicchio, spinaci, cicoria, ecc.) attuando le direttive della CEE e riportando i valori dei nitrati a quelli tollerati dall’uomo per il mantenimento di un perfetto equilibrio salutare.
- Non ci sono materiali di scarto di nessun tipo.
(I residui biologici della coltivazione e dell’allevamento (radici, foglie, materiale di scarto nella eventuale lavorazione dei pesci) possono essere utilizzati per la produzione di mangimi per l’allevamento di piccoli animali da cortile).
Il processo acquaponico consente di ottenere:
- Enormi incrementi quantitativi e qualitativi della produzione;
- Sensibili riduzioni nell’impiego di manodopera;
- Una importante riduzione della fatica necessaria alla coltivazione;
- Riduzione dei consumi energetici rispetto alle colture in serra;
- Aumento delle piante coltivate per mq. di superficie coperta;
- Risparmio idrico intorno al 90%.
(Un esempio per tutti per produrre 1 Kg. di pomodoro su terra occorrono 200 litri di acqua. Con il metodo acquaponico solo 6/10 litri, cioè la sola acqua necessaria per lo sviluppo del vegetale e per il rabbocco da evaporazione, funzionando l’impianto attraverso un ciclo chiuso dell’acqua); - Riduzione dei trattamenti antiparassitari realizzando un prodotto “biologicamente perfetto”;
- Nessun impiego di fertilizzanti chimici o simili;
- Eliminazione totale di fumiganti.
(Bromuro di metile, cloropicrina; isocianato di metile; (Formaldeide, acido cianidrico, etc..) massicciamente utilizzati nell’agricoltura tradizionale e di serra per soffocare o avvelenare tutti i parassiti e i germi presenti nel terreno, allo scopo di aumentare la redditività delle coltivazioni tradizionali. In particolare il bromuro di metile è causa principale dell’inquinamento atmosferico e tra maggiori responsabili del buco nell’ozono, l’utilizzo di questo fumigante è stato fortemente limitato dal protocollo di Montreal ma ancora oggi è utilizzato per via del suo basso costo; - Velocità di trapianto e cambio (sostituzione) di coltura;
- Indipendenza da acque non idonee alla coltivazione (l’impianto è dotato di un sistema di trattamento delle acque, per potabilizzare l’acqua del rabbocco);
- Abbattimento delle malattie fungine e batteriche delle radici e dell’ambiente;
- Possibilità di autoalimentarsi energeticamente grazie all’utilizzo del fotovoltaico integrato o altre fonti rinnovabili;
- Riduzione dei nitrati nel materiale da foglia (lattuga, radicchio, spinaci, cicoria, ecc.) attuando le direttive della CEE e riportando i valori dei nitrati a quelli tollerati dall’uomo per il mantenimento di un perfetto equilibrio salutare.
- Non ci sono materiali di scarto di nessun tipo.
(I residui biologici della coltivazione e dell’allevamento (radici, foglie, materiale di scarto nella eventuale lavorazione dei pesci) possono essere utilizzati per la produzione di mangimi per l’allevamento di piccoli animali da cortile).